Non ci sono dubbi che l’attuale emergenza Covid-19 abbia imposto alle scuole drastici cambiamenti nel modo di condurre la didattica, implementando l’uso del digitale e avviando la pratica delle lezioni virtuali per consentire ai docenti di mantenere contatti con i propri alunni e proseguire le attività scolastiche.
In questo panorama di crisi anche i musei si sono attrezzati per consentire alle persone, tramite l’utilizzo dell’app “Google Arts&Culture”, di visitare virtualmente le loro sale, pur restando comodamente seduti sul divano di casa, continuando così a promuovere l’arte e la cultura su tutto il territorio nazionale.
Questa soluzione, seppur acclamata con favore dal pubblico e dai giornali, ha fatto venir meno una condizione importante che è in grado di rendere una visita al museo un’esperienza emozionante e ricca di significato: il rapporto diretto con il pubblico, la dimensione umana dell’intera esperienza. Ed è proprio dal tentativo di “salvaguardare l’elemento umano” nell’ambiente virtuale che è nato il progetto delle visite virtuali guidate promosso da Invisible Studio e dai suoi collaboratori: “Andiamo per Musei”. Giuliano Gaia (co-fondatore di Invisible Studio) ha chiesto la collaborazione volontaria di alcuni museali italiani residenti a Londra per organizzare visite virtuali per i giovani studenti, così da condurli per un breve momento fuori dalle pareti domestiche, lontano dal grigiore di questi giorni di quarantena: “Per i ragazzi invece stiamo organizzando, grazie alla disponibilità volontaria di un gruppo di operatori museali italiani che lavorano in diversi musei di Londra, una serie di “gite virtuali” su Google Arts&Culture per gli studenti della scuola media “Leonardo da Vinci” di Bergamo, una delle zone più drammaticamente colpite dall’epidemia. Anche in questo caso la flessibilità del digitale unita alla disponibilità delle persone sta permettendo di realizzare un progetto di grande qualità e impatto, non solo didattico ma anche umano.” dicono lo stesso Giuliano Gaia e Stefania Boiano in un’intervista ad Artribune.
Invisible Studio ha infatti scelto la nostra scuola media come prima sul territorio bergamasco e nazionale ad essere coinvolta nel progetto, programmando tre visite virtuali che si svolgeranno da aprile a maggio al National History Museum di Londra, al Muse di Trento e al Tate Britain di Londra con un quarto incontro dedicato a diverse attività di workshop dove i ragazzi potranno imparare nuove nozioni, scoprire l’incredibile potere del digitale e creare interessanti collegamenti interdisciplinari.
La prima uscita didattica digitale al Natural History Museum di Londra, alla scoperta dei fossili e della meticolosa attività che il museo compie per favorirne la conservazione, è stata guidata da Lucia Petrera, che da 4 anni si occupa di conservazione dei beni culturali proprio al Natural History Museum. È un venerdì pomeriggio quando Lucia accoglie i ragazzi sulla piattaforma digitale di Zoom. Emozionati, i ragazzi sono subito catturati dalle parole di Lucia e si lasciano trasportare in un curioso viaggio tra un susseguirsi di domande impazienti e di continui interventi.
Varcato l’ingresso del museo, i ragazzi restano estasiati dalla balena blu che domina dall’alto la Hinze hall, dove fino a qualche anno fa era presente il dinosauro Dippy. Successivamente viene loro raccontata la storia del museo e, mentre vengono condotti verso la Fossil Gallery, ammirano rapiti i resti dell’imponente mastodonte americano posto vicino al suo ingresso. Infine viene loro mostrata l’esclusiva collezione dei fossili di Darwin, visibili in 3D sul sito del museo. Una delle cose che ha colpito maggiormente i ragazzi è stata osservare Lucia e i suoi colleghi all’opera nell’attività di pulizia e conservazione dei reperti del museo, dalle pelli d’orso ai fossili di animali ormai estinti e comprendere quanto sia complesso e articolato il lavoro che avviene dietro le quinte di un museo per far sì che tutti possano ammirarne le collezioni.
Ci teniamo a ringraziare Invisible Studio, il National History Museum e i collaboratori che hanno permesso di fare vivere ai nostri ragazzi, in questo delicato momento di crisi, un’esperienza unica ed eccezionale e non vediamo l’ora di tuffarci in una nuova avventura al Muse di Trento!
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