“Chi pensa che in un museo ci debbano essere solo quadri e sculture alzi la mano!!”. Inizia così così l’appuntamento del percorso andare per musei promosso dalla Startup italo-londinese InvisibleLab che ha permesso ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado Leonardo Da Vinci di poter visitare in maniera virtuale e interattiva attraverso la realtà aumentata la celeberrima Tate Modern. La maggior parte dei ragazzi all’inizio della visita sembra essere convinta di visitar un museo come tanti, ma dopo le prime stanze questa convinzione inizia a crollare. Un divano rosso in mezzo a una sala immensa è arte? Un letto aperto con coperte e cuscini in disordine può essere considerato arte? Una banana incollata al muro con lo Scotch?
La stravaganza alla Tate Modern è all’ordine del giorno e i ragazzi osservano con stupore e curiosa la performance di una zucca che balla e si scatena in una sala fatta di cubi bianchi. “Anche noi vogliamo ballare con le zucche prof!!! Anche noi vogliamo andare in quel museo! Non possiamo andarci in gita l’anno prossimo?” Esclamano i ragazzi a gran voce. I turisti la fotografano e scattano selfie all’impazzata. La zucca si avvicina e inizia a danzare con loro ed é sempre più scatenata fino a che altre quattro zucche si uniscono alla danza che coinvolge tutta la sala a tal punto che i visitatori invitano le zucche danzanti a prendere un caffè con loro al bar, “E’ l’arte che va oltre l’opera ed entra nella vita!” dice la nostra guida. I ragazzi sono increduli, iniziano a imitare i movimenti della zucca nelle loro camere, ma cosa sta succedendo alla Tate? Sono tutti impazziti? No, dice la guida, si tratta di una apprezzatissima performance “The squash” dell’artista Anthea Hamilton
Durante il percorso, a un tratto, si sentono delle urla. Nell’immenso atrio centrale due scivoli di metallo a chiocciola lunghissimi portano alcuni visitatori dall’ultimo piano al primo. Anche quella è un’opera d’arte! “Vorremmo provarli anche noi dicono a gran voce i ragazzi!!”. Gli interrogativi iniziano a sorgere in maniera sempre più forte nelle menti dei ragazzi ed è proprio qui che la guida inizia a raccontare la parte più importante del suo lavoro: “ anche le proteste contro l’arte fanno parte dell’arte e alla Tate Modern c’è una sala apposta che dobbiamo sorvegliare con molta attenzione perché qui è lecito protestare attraverso l’arte ricorrendo a forme artistiche di protesta oppure protestare conto le opere d’arte moderna che, da molti artisti non vengono nemmeno considerate tali.
Quando la guida annuncia che attraverso la realtà virtuale assisteremo a delle proteste i ragazzi non si aspettano di vedere una folla di persone che si prende a cuscinate o dei turisti giapponesi che provano a violare la sorveglianza per buttarsi sull’opera d’arte del letto e farsi un pisolino. Nel vedere la sorveglianza che insegue questo vecchietto giapponese in pigiama per tutto il museo non può che fare suscitare un’ondata di risate e, quando le guardie sembrano averlo acciuffato, ecco che spuntano altri dieci nonnetti in pigiama che provano a saltare sul letto finché due ci riescono.
Quella sala delle proteste è un vero e proprio laboratorio di arte contemporanea. I ragazzi sono ancora increduli alla fine della visita e si domandano se quello possa essere veramente un museo. Nessuno ha mai visto un museo del genere. “Questa è l’arte contemporanea, capace di supera la stessa idea di arte che avete nella mente” conclude la guida.
2024 CENTRO STUDI SUPERIORI S.r.l. P.IVA/C.F. 02388300168 | Privacy Policy | Cookie Policy | CREDITS